Agri…Cultura a Taurianova: il futuro dell’olio di oliva nella Piana tra letteratura, innovazione e antichi frantoi

Agri…Cultura a Taurianova: il futuro dell’olio di oliva nella Piana tra letteratura, innovazione e antichi frantoi

29 Marzo 2022 0 Di kairosmag

Si dovrebbe parlare di più di olivicoltura nella Piana di Gioia Tauro, e considerarla come risorsa da riscoprire e difendere. Un valido tentativo è stato messo in atto durante il primo dei due eventi della rassegna letteraria “Agri… Cultura!”, svoltasi il 12 Marzo 2022 nella Sala Consiliare del Comune di Taurianova: la manifestazione si è rivelata un successo, frutto del continuo dialogo tra tre assessorati taurianovesi, quello all’agricoltura, guidato da Simona Monteleone; quello agli Eventi di Promozione, con a capo Massimo Grimaldi, e l’Assessorato alla Cultura, di cui si occupa Maria Fedele.

Questa prima giornata si è sviluppata intorno alla presentazione del libro “L’olio d’oliva tra storia, archeologia e scienza”, scritto a quattro mani dall’archeologa Bakhita Ranieri e dall’agronomo Thomas Vatrano. Il testo, è un interessante connubio tra storia, arte, letteratura e uno studio più scientifico su questo prezioso prodotto. Parlare del libro è stata un’occasione per aprire un discorso di più ampio respiro sul mondo agricolo e sulle nuove possibilità che potrebbe offrire, soprattutto ai giovani imprenditori.

A tal proposito, l’Assessore alla Cultura Maria Fedele ha espresso a Kairòs_Mag grande fiducia per il futuro dell’agricoltura locale: “Io penso che avendo un’economia prevalentemente agricola, i giovani della nostra regione devono costruire il loro futuro creando un legame indissolubile tra la nostra preziosa terra e l’innovazione, con un occhio di riguardo alla situazione ambientale che è purtroppo in crescente peggioramento, ma la scelta di andar via dalla Calabria deve essere scoraggiata. È dura, da imprenditrice agricola lo so bene, ma è necessario lottare e cercare di raccogliere quanto di positivo abbiamo e trasformare il resto, ovviamente anche la classe politica può fare la sua parte, magari con l’organizzazione di corsi di formazione ad hoc o di sussidi e aiuti economici ai giovani che intendono investire in una nuova impresa”.

Un giovane che sta investendo in un sogno, che si sta giorno per giorno materializzando nonostante le insidie, è l’imprenditore 21enne palmese Vincenzo Gullo: con le sue forze sta cercando di mettere su un’azienda agricola a carattere identitario in cui si parli del nostro territorio e delle nostre varietà. E cercando di recuperare la mentalità all’avanguardia che fece la fortuna delle nostre antiche strutture olearie. Con Vincenzo infatti, Kairòs_Mag ha avuto modo di scoprire quanto fossero innovativi gli antichi frantoi disseminati nella Piana: queste “uscite” a Seminara, a Terranova Sappo Minulio, a caccia di trappeti si sono trasformate in una mostra fotografica, curata da Domenico De Luca e Antonio Salerno e inaugurata nel corso della rassegna taurianovese. Vincenzo ha descritto ogni singola foto con l’orgoglio di chi sa quanto il nostro territorio fosse all’avanguardia dal punto di visa olivicolo rispetto a molte parti d’Italia: “Nel 700 avevamo trappeti ad acqua, avevamo opere idrauliche impressionanti per farli funzionare, mettendo da parte gli animali”. Alcuni frantoi hanno cunicoli microscopici, altri presentano sistemi innovativi, come ad esempio la molazza col sistema “alla Genovese”, utilizzata intorno al 1770 dal Marchese Grimaldi. Nonostante ciascuna struttura sia unica, una caratteristica comune era fare convivere il vecchio col nuovo. Più in generale ritengo che dobbiamo partire dai nostri colossi per un futuro prospero e migliore”.

Secondo Gullo poi, il valore aggiunto è dato dagli ulivi: “Ciascun olivo è un pezzo della mia famiglia, ha una storia da raccontare, voglio investire, coltivare queste piante e dimostrare che in un territorio meraviglioso come quello della Piana si possano produrre oli di qualità e che possano raccontare tanto della sua storia. Le nostre due bellissime varietà, la Ottobratica e la Sinopolese, raggiungono dimensioni uniche, a Cittanova sfiorano i 40 mt di altezza, difficilmente al mondo si trovano alberi così alti. Un esempio è “U Pedazzu”, il secondo albero più grande d’Europa, un ulivo millenario nei pressi di Seminara”.

Proprio sulle qualità di olio calabrese, si è concentrato Thomas Vatrano, coautore del libro presentato all’interno della manifestazione: “In Calabria abbiamo circa 20 – 25 varietà descritte. Vi è ad esempio la crotonese “Borgese”; la catanzarese “Carolea”, che è tra le più diffuse; la Ciciarello; la Ciucciara; il Corniolo di Villapiana, diffuso nella fascia prepollinica; il Dolce di Rossano. Vi sono poi l’Agghiastralica di Bova, la Grossa di Cassano, la Grossa di Gerace  l’ Imperiale, la Dicantinella, Nostrana di Canna o di Amendolara, Pendolara e Santo Mauro, Torre di Fildelfia, Tondo di Strongoli, Tondo di Strongoli, Tondina, Zenzifarica: quest’ultima si trova nel Reggino fino a Villa San Giovanni. Invece Sinopolese, Ottobratica (o Perciasacchi) Ciciarello, Tombarello o Tummarello sono gli olii della Piana di Gioia Tauro”. Vatrano ha inoltre evidenziato le numerose proprietà salutari dell’olio d’oliva: aiuta a gestire i livelli di glicemia nel sangue, previene l’ictus, protegge i vasi, aiuta contro la depressione, previene il tumore, l’iperinsulinemia, contrasta l’alzheimer, ha un’azione antinfiammatoria, previene l’invecchiamento cellulare e contribuisce a diminuire il grasso viscerale. Le stesse foglie di ulivo, preparate ad esempio in una tisana, hanno un effetto antivirale, ipoglicemico, protettivo per i vasi, antiossidante, e abbassano la pressione arteriosa.

“L’olio d’oliva tra storia, archeologia e scienza”, scritto nel 2018 e premio Chiaravalle nel 2019, ha la particolarità di unire all’aspetto scientifico, quello culturale. Questa parte storico-archeologico-letteraria è stata curata da Bakhita Ranieri: “Questo testo è nato in un pomeriggio, seguendo Thomas nel suo lavoro. Per scriverlo sono partita dalle origini dell’olio, da Creta, dall’Antica Grecia: nelle anfore risalenti a quel periodo è raffigurata la bacchiatura. Sono poi stati trovati diversi tipi di olio, nella nostra Calabria in particolare a Trebisacce un villaggio di età protostorica, dei contenitori chiamati titoli dove all’interno è stato trovato il nerastro lasciato dall’olio d’oliva: è segno che già all’epoca, prima ancora della fondazione di un centro importante come Sibari, esisteva il commercio dell’olio d’oliva. Nel libro ci sono inoltre riferimenti all’arte e alla poesia, che hanno dedicato i loro versi all’albero d’ulivo, definito “Albero tra tutti gli alberi” dallo scrittore romano Columella”.

L’unione tra agricoltura, territorio e movimenti culturali ha caratterizzato tutto l’evento taurianovese, moderato da Maria Rosa Ferraro, presidente della Pro-Loco “La Coppa Vitrea” di Varapodio, e concluso dalla degustazione curata dallo stesso Vatrano. Il legame indissolubile tra olio e arte è stato arricchito inoltre dall’artista Antonella La Rosa che si è offerta spontaneamente di realizzare un’estemporanea.

La rassegna è realizzata anche grazie all’aiuto e agli interventi di associazioni o rappresentanti delle stesse: Anna Maria Fazzari, presidente della “Consulta delle Associazioni e della Società Civile di Taurianova”, Network Mediterraneo, Leo Club Palmi, Giovani di Confagricoltura Angà, rappresentati dal presidente Francesco Cordopatri e da Daniele Molina; il presidente di Calabria Condivisa, Francesco Liotti; Associazione Culturale “Fogghi di Luna” e i ragazzi di Kairòs_mag.

Il prossimo appuntamento di Agri…Cultura, previsto per sabato 2 Aprile alle 17:30, sempre nella Sala Consiliare di Taurianova, vedrà protagonista un progetto visionario trasposto nel libro di Francesco Mangano “L’orto sull’albero”: descrive appunto l’innesto di un orto su un albero intrapreso per la prima volta negli anni ’90. E proprio di visionarietà e inventiva ha bisogno “Taurianova sorge all’interno di un grandissimo giardino di ulivi che stanno per scomparire”, come lo stesso Assessore Grimaldi la descrive. Ne ha bisogno Taurianova e la stessa Piana per poter guardare al futuro della propria imprenditoria agricola con maggiore speranza.

Deborah Serratore