Fernanda Fagà – L’arte, quell’istinto che salva

21 Luglio 2021 Off Di kairosmag

La pittura non deve essere qualcosa si schematico o troppo definito, piuttosto è un istinto, che fa trasporre su tela emozioni altrimenti inspiegabili. Con questi sentimenti Fernanda Fagà, giovane artista palmese, ha sempre dipinto, da quando aveva sei anni. Cresciuta artisticamente sotto l’ala protettiva di Anna Pietropaolo -che le ha insegnato tutte le tecniche pittoriche- esordisce a soli sette anni, partecipando al suo primo concorso di pittura con un’opera in cui era rappresentata la torre saracena di Palmi: lo stesso soggetto è stato poi ritratto anche per concorsi successivi, organizzati dalla Pro Loco. L’artista palmese ha esposto fin da giovanissima anche a San Giorgio Morgeto e in rassegne organizzate da PalmiArte, e dall’associazione “Amici di Ermelinda Oliva”.

Fernanda è una pittrice istintiva, ispirata dalla propria immaginazione, da figure che nascono dalla mente e che vorrebbe vedere rappresentate su tela. Non si sa quando una singola opera sarà realizzata, dipende dal momento, dall’ispirazione. Tra tutte le tecniche, è predominante il chiaroscuro a matita, che cerca di rappresentare – ed è questa una delle peculiarità della pittrice- nei dipinti ad olio. Il chiaroscuro è tornato con forza nelle ultime opere, soprattutto nel Pierrot e in una particolare luna sul mare realizzate in pandemia: entrambe saranno esposte alla mostra del 24 luglio alla Santa Famiglia, nel contesto della festa parrocchiale.Bidimensionalità e tridimensionalità si alternano nelle tele della 32enne palmese. Cavalli, onde del mare, notturni: questi i soggetti ricorrenti. Fernanda è molto versatile e riesce a dipingere su vari materiali, come i tessuti e, soprattutto, il vetro, la cui tecnica appassiona l’artista fin da piccola.

Chitarrista affermata, laureata al conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, docente di chitarra classica, e quasi dottoressa in Lettere, Fernanda Fagà, a causa dei numerosi impegni, aveva “accantonato” matite e colori, i suoi amici d’infanzia. Li ha ritrovati durante le chiusure dello scorso anno, quei compagni d’avventure, e si sono rivelati salvifici: “Durante la pandemia ho ripreso a dipingere, perché volevo tirare fuori tutte quelle emozioni negative dovute all’incertezza del momento. E dipingere, suonare, erano attività che riuscivano a calmarmi. È stata un’occasione per ritrovare i miei tempi, e soprattutto le mie passioni, e attraverso di esse ho sentito il bisogno di comunicare agli altri ciò che sento”.