Chiesa di Santa Maria di Ceratolli o dell’Uccellatore o Santa Maria di Assisi
8 Aprile 2023 0 Di kairosmagLa località “Affaccio di Palmi” è una delle zone più antiche del comprensorio: anticamente vi erano delle grotte, probabilmente eremitiche. Qui, solo per tradizione orale, vi era un convento femminile sin dal XIII sec. Questo convento, in epoca imprecisata, venne chiuso e intorno al 1500 dei monaci edificarono nei ruderi un convento francescano. Nel Libro di Lucas Wadding “Annales minorum seu trium ordinum” del 1700 viene riportato che: “vicino alla città di Palmi sorgeva la chiesa di santa Maria de Ceratulli edificata da fra’ Antonino palmensis. Un convento molto piccolo detto di san Francesco d’Assisi, sorgeva già nel 1530 quando Papa Clemente VII concesse l’autorizzazione di edificare e fondare un monastero dei frati di S. Francesco nella chiesa denominata S.Maria de Ceratulli dal 1537 presso l’abitato all’Affaccio.” I francescani furono presenti fino alla soppressione della riforma di papa Innocenzo X nel 1652 che decretava la soppressione dei conventi in cui erano presenti fino a 6 frati.
Dentro il tempio vi erano il culto dell’Annunziata, di sant’Antonio da Padova, dell’Assunta, di San Lorenzo, dell’Immacolata Concezione, di san Diego e altri. Nel marzo del 1735 dimorò a Palmi re Carlo III di Borbone; egli, mentre era a caccia di cinghiali con un falco, la bestiola gli sfuggì e non fece ritorno. Il re, triste per la perdita del falco, ritornò verso l’abitato e nella zona Affaccio rivide l’uccello su dei ruderi che, volando, si posò sul suo braccio. Contento di aver ritrovato l’animale il re volle che il punto dove stava il falco fosse ricordato come Santa Maria dell’Uccellatore e diede ordine di riedificare la chiesa ed il convento fatiscenti, anche se funzionanti: infatti vi era un sacerdote come procuratore ed officiante, don Antonino Sbarbato.
Da una cantica di Nicola Oliva di fine ‘800: “Un bel falco, del re delizia e cura, /disperso andò, nè alcun sa dire il come./ Allo stormir di rami, è l falco vede/ sul tronco d’un olivo ancor novello./ Il re lo mira, e agli occhi suoi non crede/ per l’inatteso giubilo, e lo chiama…/Svolazza e poi sull’omero si posa,/ appagando del Re l’ardente brama..”
Negli ultimi anni del 1700 Don Antonio Fontanarosa e don Placido Fiore ricoprirono la carica di Cappellani e, sempre in quegli anni, celebrarono matrimoni e seppellirono defunti. Questi sacerdoti erano anche in servizio nella chiesa di San Nicola e il loro nome compare più volte negli atti battesimali, matrimoni ecc. Con il terremoto del 1783 la chiesa venne distrutta e restò solo una parte del monastero che fu però abbandonato molti anni dopo dai monaci superstiti.
A metà dell’800 il barone Oliva acquistò un vasto appezzamento di terra all’Affaccio ed anche l’ex convento. L’erede, Don Tommaso Oliva, facendo dei lavori di scavo per l’apertura di un oleificio, trovò varie sepolture di frati e, cristianamente, volle onorarli inserendo i loro resti in un loculo del cimitero nel 1962. Nella mappa del 1873 della zona Affaccio si notano il convento e altre costruzioni apportate dall’Oliva.
Bibliografia
- Anselmo Cosimo Leopardi: Novembre 1894 il Carmine di Palmi
- Palmi: Rocco Liberti
- Giuseppe Silvestri Silva: Storia di Palmi
- Fulvio Nasso: Conoscere Palmi
- Domenico Ferraro: Palmi nella fede
- Mappe del Archivio di Stato di Palmi
- Antonio De Salvo Palmi: Seminara e Gioia Tauro
- Nicola Oliva: Il monte Aulinas
Franceco Saletta