Un eroe del nostro tempo: storia di un’anima moderna

Un eroe del nostro tempo: storia di un’anima moderna

4 Dicembre 2022 0 Di kairosmag

Il 21 marzo 1864 Dostoevskij pubblicò il romanzo breve Memorie del sottosuolo nella rivista Epocha (L’epoca), aprendo una discussione morale tutt’ora in fermento attraverso delle semplici parole, un pensiero notturno, un’intima riflessione: “Io son poi da solo, e loro sono tutti”. Un pensiero opprimente, come un fastidioso motivo musicale che non vuole lasciarci in pace. 

E voi avete mai pensato di essere da soli mentre gli altri apparivano essere tutti? Vi siete mai chiesti come mai vi sentiate diversi? Come se non somigliaste a nessuno, come se tutti vi giudicassero? Se vi siete trovati in una circostanza simile, non abbiate vergogna: questo era il pensiero morboso che tormentava lo scrittore e filosofo russo e che tormenta le ultime generazioni, oppresse da una società di massa.

Come disse lo scrittore e traduttore italiano Paolo Nori, il cuore dell’essere umano sembra essere stato modellato da Fëdor Dostoevskij: attraverso una semplicissima frase, egli supera i limiti dello spazio e del tempo. Il protagonista delle Memorie del sottosuolo sembra riscoprire che la volontà è libera, e in quanto libera, essa libera anche il pensiero, che porta a perseguire il proprio svantaggio e la propria distruzione; riscopre che in una società interessata, abitudinaria e brutale, quell’uomo timido, che non era protetto né dalla condizione sociale, né da un’intelligenza brillante, fu costretto a rifugiarsi nel “sottosuolo” della sua esistenza.

Autodenigrarsi appare come un piacere vizioso che però non libera dal rimorso: per redimere un mondo così squallido, nel romanzo traspare la necessità, l’inappagata esigenza della fede, luogo di rifugio per l’anima di Dostoevskij, ma frutto di altrettante contraddizioni e problemi morali nella società moderna.

Alessia Spatola