Dolcemente complicate: l’io femminile libero dal senso di colpa nel film trasmesso al Cine Teatro “Manfroce” di Palmi

Dolcemente complicate: l’io femminile libero dal senso di colpa nel film trasmesso al Cine Teatro “Manfroce” di Palmi

27 Giugno 2022 0 Di kairosmag

Dolcemente complicate, proiettato sabato 25 Giugno 2022 al rinato Cine Teatro Manfroce, è un film dei registi Angelo Frezza e Rosario Petix, prodotto da Stefania Innocenzi e Federica Cappelletti (che svolge anche il ruolo di attrice), per Due P. T Cinema srl e distribuito dalla Toed Film che ha creato “Cinemagia”, una piattaforma  funzionante come una vera e propria multisala virtuale. Un esperimento che ha portato una prima cinematografica a svolgersi  in maniera virtuale nel 2019 ( https://www.viviroma.tv/agenda/cinema/dolcemente-complicate/ )

“Questo film vuole essere un inno alle donne, alla loro Dolcezza ma anche alla loro forza innata. […]”

 

La storia si svolge tra le strade e i magnifici scenari di Tivoli ed è la storia di uno psicologo, Edmondo Giannini (interpretato da Angelo Orlando), entrato profondamente in crisi a causa dell’abbandono da parte di sua moglie (Nadia Rinaldi) dopo diversi anni di matrimonio. Due lunghi mesi senza dare segni di vita che lo portano a porsi solo ora delle domande su ciò che nel loro rapporto può non aver funzionato.

Forse aveva smesso di ascoltare le esigenze della sua donna, forse la dava ormai per scontata. Ma è quando qualcosa viene visto come ovvio, che c’è il pericolo maggiore di perderlo.

Nonostante tutto il suo dolore, per lavoro è portato ad ascoltare le storie, i problemi di tre donne, sue pazienti.

La narrazione ci presenta contemporaneamente la tribolazione del nostro protagonista, che resta sempre in attesa del ritorno di sua moglie e le strazianti vicende delle tre donne. Nel frattempo, come se non bastasse, Giannini è costretto a scrivere un articolo per una rivista che riguarda il rapporto umano, e non scientifico come abitualmente è portato a  considerare, tra uomo e donna.

La prima storia che si troverà ad ascoltare è quella di una donna (Francesca Nunzi) che ha perso il marito, tranciato da una macchina mentre in motorino rientrava dal lavoro. È la stessa, sotto suggerimento del medico, a volerne donare gli organi. Un giorno si presenta a casa un “onorevole” (Adolfo Margiotta) che vuole a tutti i costi ringraziarla perché è grazie al cuore ricevuto in dono che ha potuto continuare a vivere, fin quando non scopre che quel cuore apparteneva ad un uomo di origine africana, e sul suo viso si legge tutto il disgusto per quell’organo che fino a poco prima reputava lo avesse salvato. Vittima di razzismo è anche la figlia della donna, di appena 6 anni. Grazie allo psicologo la vita delle due riuscirà ad avere una svolta.

Il secondo caso è quello di una figlia (Francesca Rettondini) che lotta contro la malattia della madre (Mariella Fenoglio), il “maledetto” Alzheimer. Ogni giorno si reca alla clinica dove la madre è ricoverata portandole dei cioccolatini in dono con la speranza che le possano riportare alla mente chi in passato glieli aveva donati. Ma un senso di colpa accompagnerà la figlia per diverso tempo a causa di un piccolo gesto compiuto involontariamente; anche qui sarà compito del nostro psicologo levarle quel senso di colpa.

Terzo ed ultimo racconto è quello di un’altra figlia (Eleonora Ivone) che lotta con il brutto male della madre (Erika Blanc), per trovare una cura ed aiutarla a guarire. Arrivano fino in Svizzera per cercarla, ma non sarà quella sperata dalla figlia che conviverà per lungo tempo con la rabbia causata dalla scelta della madre.

Fondamentale sarà il ruolo della segretaria di Edmondo (Annalisa Favetti), che con i suoi consigli, nonostante i suoi momenti di crisi, riesce sempre a risollevare il nostro psicologo.

Un film che alterna attimi di comicità a scorci di vita drammatica, visto i temi sociali e attuali che affronta. Un susseguirsi di forti emozioni ben calibrate dagli spezzoni divertenti che seguono quelli dolorosi e portano ad una riflessione introspettiva sull’io femminile. Questo lungometraggio vuole essere un dono per le donne che non si accontentano della superficialità, che hanno la forza e il coraggio di affrontare i problemi che incontrano nella vita quotidiana: chi prendendoli di petto, chi un po’ più fragile chiedendo aiuto. Ma tutte così “dolcemente complicate”.

 

Jessica Malagreca