Caterina Mauro – Dal vuoto alla pienezza

Caterina Mauro – Dal vuoto alla pienezza

24 Luglio 2021 Off Di kairosmag

La creatività può nascere da uno smarrimento? La storia d’amore di Caterina Mauro con l’arte lascia un insegnamento che va ben oltre una descrizione di quadri e stili pittorici: è il racconto di un’anima che va oltre il dolore scoprendo le proprie passioni.

Nel 2004 – 2005 la Mauro, in seguito a un periodo difficile, ha iniziato a sentire un vuoto dentro. Anziché spaventarsi, Caterina ha interrogato il suo buio, e ha capito che si trattava di un bisogno. Inizia così a prendere i pennelli in mano, e dipingere per stare meglio, ripensare la malattia, non più come un limite, ma come una possibilità: “In quel periodo volevo sentirmi attiva. Alcuni pensavano che la pittura mi affaticasse troppo, ma se qualcosa ti appassiona, se hai buona volontà, si può fare”.

L’associazione artistico-culturale PalmiArte è stata per molti anni motore per l’attività pittorica della Mauro, con esposizioni di opere a collettive a Palmi, Taurianova, Oppido: proprio nella città diocesana  si è classificata seconda al concorso Carità è bellezza indetto nel 2007. Per la sensibile artista, gli attestati però non hanno molta importanza: preferisce dipingere per se stessa, nei tempi che preferisce, soggetti che le piacciono. Moltissimi quadri di Caterina sono a tema religioso. Nel 2017 ha dipinto tutte e otto le stazioni per la Via Matris (che incarnano i dolori di Maria durante la Passione del Figlio); coinvolgente è il volto di Cristo esposto ad un’estemporanea per il Santuario del Carmine a Palmi, la cui tridimensionalità delle mani, la profondità dello sguardo, è incorniciata da un motivo a punti realizzato con pennelli secchi.

La fede è uno strumento di cui Caterina Mauro si serve a piene mani, trasformandola in colori, emozioni, testimonianza. Ma ecco che nel 2020, in pieno lockdown, la sensazione di vuoto già provata in passato, ritorna: “Durante il lockdown non avevo più voglia di dipingere e sentivo che c’era un vuoto dentro di me, non a livello spirituale. Un giorno, parlando al telefono con la mia amica Ambra, ho scoperto che stava per laurearsi all’Accademia. Da quel giorno è nato in me l’entusiasmo di iscrivermi, ne ho parlato coi miei figli. A settembre mi sono attrezzata per seguire le lezioni online e scegliere cosa seguire in presenza. Questo percorso per me è una sorpresa.”

L’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria è stata inoltre utile all’artista per cercare il proprio stile e perfezionarsi. Un pittore in realtà è sempre alla ricerca di qualcosa che lo soddisfi. E per Caterina la ricerca è partita da una mancanza, ed ha iniziato ad abitarla, creandosi un rifugio a colori. Ed ha trovato abbondanza,  mutando il suo lamento, e trasformandolo in arte.

Deborah Serratore