Il successo dell’evento Chiese Aperte: le visite guidate, targate Associazione Meissa
12 Settembre 2020Gerace, settembre 2020.
I vicoli hanno salutato l’estivo andirivieni di turisti, con i loro passi stranieri e gli accenti diversi, le borracce e le mascherine, lo stupore e gli scatticol telefonino. Ad inondare il borgo resta il vento: s’infila in ogni pertugio, chiama la polvere a danzare con lui, gioca ad acchiapparella con le pietre degli edifici; vince sempre lui. Le chiese, aperte ogni domenica d’agosto, ad accogliere chiunque volesse scoprirne i tesori, restano adesso immerse nei ricordi dell’estate appena trascorsa, delle centinaia di volti che stupefatti le hanno ammirate, delle orecchie che attente hanno ascoltato e appreso i loro segreti, le loro storie a lungo dimenticate, raccontate ossequiosamente dai volontari del progetto Chiese Aperte. Un manipolo di giovani, infatti, ha desiderato omaggiare il patrimonio d’immenso valore artistico-culturale della diocesi di Locri-Gerace, con una serie di visite guidate, verificatesi 9, 16, 23 e 30 agosto. L’evento, ha riscontrato non solo grande partecipazione di pubblico, ma anche suscitato entusiasmo sincero e convinta approvazione per la sua accuratezza e innovatività.
L’associazione culturale Meissa, che ha curato il progetto Chiese Aperte, sovvenzionato con i fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica, ha immaginato e realizzato il tour di quattro santuari geracesi, veri e propri gioielli artistici e scrigno per altrettanto pregevoli manufatti: la chiesa di San Michele de Latinis, la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, la chiesa della Madonna Addolorata e la chiesa del Monastero di Sant’Anna.
Cos’ha determinato il successo di questa iniziativa?
Innanzitutto, l’aver messo a portata di tutti,la fruizione di pezzi di storia, sì ecclesiastica, ma soprattutto locale, che normalmente sono di difficile fruizione e saltuariamente aperte al culto.
Lo stile, con cui le visite guidate sono state condotte: contenuti ben presentati, guide preparate e uno staff cordiale e lungimirante, nel prevedere i possibili bisogni di un pubblico variegato.
Non resta dunque che augurarci un prosieguo futuro del progetto “Chiese Aperte” per l’anno venturo, alla scoperta di altri templi della cristianità e un saluto a quelli conosciuti quest’anno, che come tutti gli anziani, hanno una storia nuova da raccontare, ogni volta che si fa loro visita.
Chiara Furfaro